A CHI SI RIVOLGE
I percorsi di consulenza psicologica rivolti ad adolescenti offrono sostegno e aiuto a ragazz* che vivono:

SEGNALI DI MALESSERE: MESSAGGI DA DECIFRARE
In molti casi, pur non essendoci situazioni di difficoltà immediatamente riconoscibili, è possibile che i genitori colgano dei segnali di malessere che un percorso psicologico può aiutare a contestualizzare e decodificare.

In genere, infatti, i più giovani, proprio per la loro età, non sono in grado di riconoscere ed esprimere chiaramente il motivo del loro malessere, ma lo fanno attraverso comportamenti che, talvolta, al genitore risultano difficili da comprendere e interpretare. Alcuni campanelli d’allarme sono: difficoltà a concentrarsi nello studio con conseguente calo del rendimento scolastico, stanchezza, inappetenza, insonnia, perfezionismo eccessivo, ritiro sociale, cambiamenti nelle relazioni o perdita di interesse per attività prima ritenute piacevoli.
In quali casi può essere d’aiuto rivolgersi ad un percorso psicologico?
Gli adolescenti sono chiamati ad attraversare una fase di crescita e cambiamento molto delicata, contraddistinta da sfide e risorse: attraversano numerose trasformazioni a livello fisico, cognitivo e sociale, ridefiniscono i rapporti familiari e iniziano a sperimentare autonomamente le relazioni affettive e di coppia, costruiscono la propria identità e mettono a fuoco i propri valori, trovandosi ad affrontare scelte che orienteranno in modo significativo il loro progetto di vita.
Spesso questo passaggio critico provoca un disorientamento che può portare ad assumere atteggiamenti difensivi di vario tipo: ostilità verso i familiari, disregolazione emotiva, comportamenti trasgressivi, abuso di alcol o sostanze, eccessiva esposizione al rischio, inibizione e ritiro sociale, ecc. Accade spesso che i genitori, in buona fede, siano indotti a pensare che i problemi dei ragazz* si risolveranno da soli nel tempo, una volta attraversata la tempesta dell’adolescenza. In realtà, quanto prima il disagio viene riconosciuto e preso in carico tanto prima si risolverà precocemente, senza correre il rischio che si strutturi in un problema psichico più significativo.

Come si svolge un percorso di consulenza rivolto ad adolescenti?
IL PRIMO COLLOQUIO
Molti genitori vivono con preoccupazione la necessità di comunicare ai figli* adolescenti la decisione di rivolgersi ad uno psicologo, temendo possano reagire con rabbia, sentirsi sbagliat* o credere di averli delusi. In realtà, quando tale decisione viene comunicata in modo adeguato, i ragazzi si sentono visti e ascoltati e sono sollevati dal fatto che i genitori si siano accorti del loro malessere e desiderino aiutarli.
Di preferenza, alla prima seduta il o i genitori e l’adolescente vengono accolti assieme in modo che ciascuno possa esprimere e condividere la sua opinione sul problema, le ragioni che li hanno spinti a valutare l’opportunità di un percorso psicologico e la motivazione ad intraprenderlo. Si concorda, infine, l’obiettivo del percorso, ossia quali cambiamenti ciascuno desidera che avvengano nella propria vita e nelle relazioni familiari e ci si accorda sulla durata indicativa del percorso.
GLI INCONTRI SETTIMANALI
Il percorso è costituito, in prevalenza, da colloqui individuali, a cadenza settimanale, della durata di 50 minuti, e può prevedere la possibilità che i genitori partecipino ad alcune sedute o vengano visti da soli.
Attraverso il percorso di consulenza psicologica i motivi di disagio avranno modo di emergere ed essere elaborati favorendo l’integrazione di tutte le dimensioni più importanti del sé, in un lavoro di consapevolezza e riequilibrio tra obiettivi e desideri soggettivi e richieste dell’ambiente.
Gli adolescenti si rivelano sempre molto ricettivi e costruttivi, se messi in grado di esprimersi adeguatamente. Ciò avviene, in primo luogo, quando trovano ascolto, interesse e una comunicazione aperta.

IL RUOLO DEI GENITORI
Il processo di crescita e individuazione dell’adolescente riguarda e coinvolge anche i genitori che devono, a loro volta, separarsi dal figli*, accettando e favorendo la sua crescente autonomia. Accanto agli incontri rivolti al ragazz* sono, pertanto, possibili anche colloqui con i genitori (individuali o di coppia) allo scopo di rendere più efficace il cambiamento e favorire il benessere del nucleo familiare nel suo complesso. Le informazioni anamnestiche fornite dai genitori inerenti la storia della famiglia, le caratteristiche e il funzionamento del figli* quando era piccol* sono, inoltre, essenziali nel caso di valutazione dei disturbi del neurosviluppo (ADHD, disturbi dello spettro dell’autismo).
