Dott.ssa Silvia Zanolla

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CONSULENZA PER BAMBINI

A CHI SI RIVOLGE

I percorsi di consulenza psicologica rivolti ai più piccoli offrono sostegno e aiuto a bambin* che vivono: 

SEGNALI DI MALESSERE: MESSAGGI DA DECIFRARE

In genere, i bambin*, proprio in virtù della loro età, non sono in grado di riconoscere ed esprimere chiaramente il motivo del loro malessere, ma lo fanno attraverso comportamenti che, talvolta, possono risultare difficili da comprendere e interpretare.

In alcuni casi, anche in assenza di sintomi che impattano direttamente sul funzionamento, è possibile che i genitori colgano dei segnali di disagio: paure, ansia legata alla scuola, difficoltà a concentrarsi nei compiti, inappetenza, difficoltà a dormire, strani mal di pancia, frequenti bugie ecc. Spesso non si tratta di ribellioni o capricci ma di messaggi che un percorso di consulenza può aiutare a contestualizzare e decodificare. 

Attraverso il percorso psicologico le ragioni del malessere hanno modo di emergere ed essere elaborate permettendo ai bambin* di trovare nuovi modi per relazionarsi e comunicare eventuali difficoltà.

In quali casi può essere d’aiuto rivolgersi alla consulenza psicologica?

Accade spesso che i genitori, in buona fede, siano indotti a pensare che i problemi dei bambini si risolveranno da soli nel tempo, quando saranno cresciuti. Nonostante la nostra cultura sia sempre più aperta rispetto alla possibilità di rivolgersi ad uno psicologo, sussiste tuttora il timore che intraprendere un percorso psicologico conduca inevitabilmente ad una diagnosi che segnerà il figlio o la figlia per il resto della vita. Per questa ragione, in genere, quando i genitori decidono di rivolgersi ad uno psicologo è perché hanno già sperimentato diverse soluzioni che si sono rivelate inefficaci.

In realtà, quanto prima il malessere dei bambini viene riconosciuto e preso in carico quanto prima si risolverà precocemente, senza correre il rischio che, invece, si strutturi in un disturbo più significativo. I bambini sono creature in divenire incredibilmente resilienti e questo fa sì che un intervento precoce si riveli molto efficace nell’individuare e affrontare la causa del disagio, favorendo e supportando una crescita più armonica.

Come avviene un percorso psicologico rivolto ai bambini?

IL PRIMO COLLOQUIO

Nel primo colloquio il o i genitori verranno accolti da soli in modo da poter condividere le ragioni che li hanno spinti a valutare l’opportunità di offrire al bambino un percorso psicologico e concordare insieme la modalità migliore per comunicargli l’incontro con la psicologa.  

COMUNICARE L’INIZIO DEL PERCORSO AL BAMBIN*

Molti genitori vivono con preoccupazione la necessità di comunicare tale decisione, temendo che il bambino possa sentirsi sbagliato o credere di aver fatto qualcosa che non va. In realtà, quando la decisione di rivolgersi allo psicologo viene comunicata in modo adeguato, i bambini si sentono visti e ascoltati e sono sollevati per il fatto che i genitori si siano accorti del loro malessere e stiano facendo in modo di aiutarli. 

GLI INCONTRI SETTIMANALI

Il percorso di consulenza psicologica consente di dare significato ai comportamenti e ai sintomi del bambino attraverso strumenti – come il gioco, il disegno, la pasta modellabile, l’uso di favole e immagini – che permettano ai più piccoli di esprimere le ragioni del loro disagio attraverso i linguaggi che gli sono più propri.  Per i bambini, infatti, il gioco è sia uno strumento comunicativo, che un mezzo attraverso il quale esprimere ed elaborare emozioni e vissuti conflittuali. 

Il percorso si articola in sedute settimanali della durata di di 50 minuti. 

IL RUOLO DEI GENITORI

Accanto agli incontri individuali rivolti al bambino sono previste sedute anche con i genitori: molto spesso, infatti, gli insuccessi sperimentati dai genitori nel provare a risolvere la situazione, sono dovuti alla convinzione che il bambino abbia qualcosa che non va, ossia che il problema sia nella testa del bambino. In genere, si rivela molto più efficace chiedersi cosa spinge il bambino a comportarsi in un certo modo, ampliando lo sguardo al cotesto relazionale di cui il bambino fa parte.

In alcuni casi può essere proposto ai genitori di intraprendere un percorso di sostegno alla genitorialità in modo tale da rendere più efficace il cambiamento e favorire il benessere del nucleo famigliare nel suo complesso. 

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